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Le mostre
Giancarlo Croce (1945)
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personale: “Ritratti” (Alla corte di Re Cremisi), 21.03.1973
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La mostra di ritratti di Giancarlo Croce costituì certamente il tentativo più riuscito di trovare un corrispettivo “romano” al discorso elaborato dal gruppo milanese di Fabro, Jasci, Nagasawa, Tonello e Trotta. Era accompagnata da un catalogo con sette ritratti, di cui tre muliebri, senza testo.
Apriva la serie l'autoritratto dell'artista, esemplificato su una nota opera del Durer, e fra i personaggi rappresentati comparivano almeno altri due artisti (Tullio Catalano e Lombardo).
Il terzo personaggio femminile era seduto nella posa canonica della Melancolia - in questo caso, però, contraddistinta dal numero 2 - in contrasto con la ben nota “Melancolia 1” del Durer.
Il problema posto con forza dal lavoro di Croce era quello di trovare una via moderna al ritratto che avesse lo stesso fascino e la stessa possibilità di suggerire temi elevati di quelli antichi anche attraverso un mezzo moderno tecnologico come la fotografia.
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